Sarà conveniente iniziare da un concetto che a taluni, forse, potrà anche sembrare un po’ troppo facile, ma in realtà è basilare, per capire cosa sia la Borsa e quanto sia antica: l’oggetto dello scambio, in una Borsa valori e in generale nella finanza, non è altro che il debito assunto da qualcuno (che può essere un’azienda o una persona, in linea generale) con qualcun altro. E di sicuro nella nozione di debito, così come di prestito ad interesse, c’è ben poco di nuovo: le prime tavolette d’argilla che ne parlano sono infatti databili alla civiltà Mesopotamica di cinquemila anni fa, e nel codice Babilonese di leggi redatto da Hammurabi, quattromila anni fa, ci sono già precise leggi che lo regolamentano. Ma la finanza è un po’ più complessa del semplice debito, e non tutti gli storici sono d’accordo nel datarne le prime manifestazioni.
Una teoria interessante, sostenuta dall’economista di nome Malmendier, parte dal presupposto che già nell’antica Roma repubblicana le societates publicanorum, che venivano formate per offrire servizi per il governo (come la costruzione, ad esempio, dei templi, o il sostentamento continuato delle famose Oche del Campidoglio), fossero già strutturate per partecipazioni, che erano scambiabili e quindi avevano un valore commerciale, peraltro variabile (e, a quanto ci dice la nostra fonte principale, Cicerone, in un suo discorso, piuttosto alto). Per altri questa origine è troppo antica, ed è più cauto e legittimo far risalire la nascita della Borsa alle obbligazioni Rinascimentali, come quelle che Venezia chiamò “prestiti” (erano in realtà forzosi) nel 1171, e sulle quali pagò con perfetta esattezza e assoluta puntualità gli interessi, dalle carte in nostro possesso, per lo meno dal 1262 al 1379.
Il passaggio dei secoli vide muoversi i centri della finanza dall’Italia , preminente nel tardo Medioevo e nel Rinascimento (pensiamo a una famiglia come i Medici, che era composta di banchieri) alle città mercantili del Nord Europa, e Amsterdam vide, nel 1602, quell’evento che anche i più prudenti e conservatori fra gli storici ritengono il massimo limite per datare il principio della Borsa valori: la fondazione della Compagnia delle Indie orientali. Se può consolare, la confusione nel pubblico data a poco dopo, visto che il primo libro sulla borsa esce nel 1688, scritto da Joseph de la Vega, e si intitola “Confusione delle Confusioni”. Fatto sta che pochi anni più tardi vede la luce la Borsa di Londra, il celebre Stock Exchange, e meno fortunatamente nel 1720 inizia anche la tradizione delle bolle finanziarie, con lo scoppio fragoroso della prima e il successivo temporaneo rallentamento degli scambi. Nel 1790, anche nei giovani Stati Uniti d’America nasce un mercato azionario in rapida crescita – e il resto, possiamo ben dire, è storia!