Questa sostanza dall’enorme potere eccitante e dal forte e bruciante sapore anestetizzante, è in realtà un composto organico che deriva più che altro da idrati di carbonio e lo si riesce ad ottenere per mezzo di un fenomeno chiamato fermentazione di sostanze zuccherine (che si riescono benissimo a trovare in natura) quali cereali, frutta, barbabietole, canne da zucchero e quant’altro.
Nella fattispecie, possiamo dedurre che tutte le sostanze che contengono zucchero hanno questa capacità di fermentare per arrivare a produrre l’alcool e trasformarsi in questo composto organico dall’enorme potere.
I nostri archeologi motivano l’origine e la genesi dell’alcool senza dubbi all’uomo preistorico che, per un improbabile quanto fortuito caso, capì, scoprendolo accidentalmente, che della frutta maciullata, lasciata in una ciotola per giorni e giorni, acquistò un retrogusto acido con al contempo un effetto eccitante.
Una volta ben chiaro il processo, questo venne utilizzato anche su altri tipi di frutti che potevano spaziare dai cereali al miele o altro ancora (le possibilità e le combinazioni sono infinite)
Una delle primissime bevande a base alcolica e ottenute con fermentazione fu il famosissimo idromele, ottenuto con miele fermentato ed acqua, che dagli antichi Romani veniva denominato “aqua mulsia”, mentre i Greci lo conoscevano con un nome assai diverso: “melikaton”.
Ad oggi l’idromele, l’arcaica bevanda alcolica, viene ancora prodotto da alcune popolazioni dell’Etiopia.