Cos’è il registro di carico e scarico per i rifiuti?

Il registro del carico e dello scarico dei rifiuti, è un documento all’interno del quale si devono annotare i principali movimenti di carico e scarico dei rifiuti prodotti da una realtà. Questo registro deve essere gestito da ogni sede operativa e rappresenta un vero e proprio indicatore della tracciabilità dei rifiuti stessi. Questo registro, ancor prima del suo utilizzo, necessita di essere vidimato direttamente da un ufficio della camera di commercio, che di fatto è territorialmente competente ed è custodito per un tempo di tre anni dalla data conclusiva dell’ultima registrazione. Questo registro riporta i movimenti di carico, ovvero quelli relativi ad un qualsiasi rifiuto prodotto da parte di un’azienda e i movimenti di scarico, che registrano il formulario successivamente al conferimento del rifiuto. Ma scendiamo nel dettaglio: chi è obbligato a presentarlo?

Quali sono i soggetti obbligati a tenere questo registro?

I principali soggetti obbligati a mantenere questo registro sono i produttori che inizializzano i rifiuti pericolosi ma anche quelli non pericolosi che hanno al loro interno non più di 10 dipendenti, diversi intermediati e ditte dedicate al trasporto, al recupero e allo smaltimento dei rifiuti. Esemplare è la gestione del registro carico e scarico rifiuti da parte di Nova Ecologica, che da anni si occupa della tutela e del monitoraggio ambientale nel rispetto della normativa vigente e nel riguardo dell’emergenza ambientale. Il registro può inoltre essere amministrato dai produttori stessi, oppure può essere gestito per mezzo di alcune associazioni di categoria. 

Il carico nello specifico: di cosa si tratta? 

L’operazione di carico nel dettaglio è rappresentata dal momento in cui un rifiuto viene prodotto in un’azienda e bisogna registrare la sua presenza all’interno di un registro. In primo luogo è necessario barrare l’operazione di riferimento del carico e la relativa data dell’operazione in corso. Nell’indicazione “numero di operazione”, è necessario inserire il numero dell’operazione, riguardo per esempio al fatto che sia la prima volta che si sta producendo un rifiuto nel corso del 2019: In questo caso l’operazione che fa riferimento è la 1 su 19, mentre la seconda operazione sarà la 2 su 19 e così a seguire fino alla fine dell’anno. Nella colonna numero due del registro invece viene indicato il CER, un codice identificativo che segnala cosa nello specifico si sta producendo e quale materiale, insieme alla sua descrizione rispetto a quanto richiesto dal catalogo europeo. Infine deve essere segnalato lo stato fisico del rifiuto, che può essere solido pulverulento, non pulverulento, liquido o fangoso.